(Il Ghirlandaio) Milano, 15 dic. - Bisogna lavorare in piena sintonia su obiettivi condivisi'' perchè a Telecom serve ''un azionariato stabile''. Su questo punto il presidente del direttorio di Vivendi,Arnaud de Puyfontaine, non ha dubbi. Tuttavia sembra difficile poter immaginare uno scenario di armonia nella gestione dell'ex monopolista dopo l'assemblea straordinaria del 15 dicembre.
I soci di Telecom non sono riusciti ad approvare la mozione di trasformazione delle azioni di risparmio in ordinarie proposta all'unanimità dal cda dello scorso 5 novembre. Segno che Vivendi, contraria sin da subito all'operazione, ha lavorato bene per evitare di diluirsi in maniera significativa riducendo il peso nell'azionariato di Telecom Italia. Non solo: la società francese, presieduta da Vincent Bollorè, è anche riuscita a far passare la sua proposta di allargamento del consiglio da 13 a 17 componenti. Entrano quindi nel cda di Telecom Italia tre manager di Vivendi e l'indipendente Felicità Herzong, ex manager del gruppo francese del nucleare Areva.
D'ora in poi quindi Vincent Bollorè e la sua Vivendi avranno un ruolo decisamente più significativo sulle strategie di Telecom Italia. Tanto più che, con l'esito dell'assemblea del 15, il duo Recchi-Patuano incassa un colpo basso per il progetto di public company che hanno difeso fino ad una manciata di giorni fa. "Mi domando come sia possibile convocare un'assemblea per approvare un piano di conversione delle risparmio atteso da anni per poi non riuscire ad approvare questa proposta" ha dichiarato il piccolo socio Stefano Tronconi interrogandosi sulla possibilità che l'attuale management e il socio Vivendi possano realmente lavorare positivamente assieme in futuro. "Che cosa significa tutto questo? " ha concluso è che questo board è arrivato alla fine?.
Di sicuro ai piani alti di Telecom la situazione non è rose e fiori. Ma il peggio è che l'assetto fluido dell'azionariato di Telecom e i rapporti del socio di maggioranza Vivendi con il management finiranno col condizionare i piani della società in una fase chiave per lo sviluppo della banda ultralarga in Italia. Non a caso l'associazione dei piccoli soci, Asati, ha chiesto alla Cassa Depositi e Prestiti di valutare seriamente un investimento nel capitale di Telecom Italia per evitare che il patrimonio di esperienza del gruppo vada disperso e che il progetto di digitalizzazioine del Paese rallenti ulteriormente.
Infine, da segnalare che non passa la mozione sul conflitto d'interesse. Quindi i consiglieri non possono ricoprire l'incarico di amministratore delegato o direttore in società concorrenti. |